giovedì 10 gennaio 2008

La grande fuga del Barattolo d'Uva (puntata LXXVIII)

-Che ti succede Carl?- chiese Jaqueline.
-Mi chiamo Mike- rispose Carl.
-Allora perchè lo scrittore dice "rispose Carl", Mike?- puntualizzò quella spiona di Jaqueline.
-Sicuramente per lo stesso motivo per cui mette sempre nel titolo "Barattolo d'Uva", è un idiota- affermò quello stronzo di Mike, che si è appena guadagnato un esilio dai miei interventi.

La grande fuga del barattolo d'uva II (ultima puntata)

"E' lui! E' il Barattolo d'Uva!" gridò Jaqueline a Mike. Eglia e ello corsero all'impazzata per raggiungerlo e solo dopo si accorsero che non dovevano correre verso L'impazzata bensì verso il Barattolo d'Uva. Ma era troppo tardi.
Cosa successe in seguito?

Il barattolo riuscì a guadagnarsi la libertà.
Jaqueline aprì una scuola media sul mare.
Mike organizzò una concerto in memoria dei bambini caduti in mare per colpa di Jacqueline.
Io sto ancora cercando di capire dove si trova L'impazzata.

La grande fuga del barattolo d'uva

Ho sonno. Ho freddo. Mi avvolgo nelle coperte.
Ora sono felice. Felice di non essere un anaconda perchè se mi fossi avvolto nelle coperte mi sarei probabilmente stritolato da solo. Un cowboy mi sveglia: era alto, moro ma senza baffi, occhi castani ma con le orecchie e un naso, anche se aveva una bocca con dentro tanti tanti denti. Mi dice di prendere la mira e sparare. La prendo, anche se non so che farmene di una mira in mano NON SO COSA SPARARE sono in preda al panico sparo la mira che avevo in mano NO! Ho sbagliato mira, dovevo sparare l'altra.

Per fortuna era tutto un sogno... Mi sveglio sudato, lungo circa 8 metri e sibilante.